Storia fotografica di Napoli (1930-1938). La città «porto» dell´impero - Intra Moenia

Il volume parte dal 1930, l´anno che apre il decennio più caratterizzato dalla egemonia del regime. Il fascismo, infatti, ha ormai stravinto, fino al punto da ridurre gli oppositori napoletani – almeno come appare nel pilotato plebiscito del 1934 – al misero 0,02 per cento dei votanti.
Ma se, in questi anni, non opera in città una estesa ed organica rete dell´antifascismo, tuttavia continuano ad esistere singole ed autorevoli personalità contrarie al regime, piccoli centri di aggregazione antifascista, persino sotterranee attività di opposizione militante quali la stampa e la diffusione clandestina di volantini e giornali.
Tuttavia, al di là di queste significative testimonianze, la città negli anni Trenta attribuisce un consenso convinto al regime. L´apice è raggiunto dall´entusiasmo che accompagna l´impresa della conquista dell´Etiopia nel ´35 e nel ´36. Le foto pubblicate nel volume mostrano soldati in partenza fra ali di folla sinceramente plaudente, ritratti del duce innalzati dai fanti, oro alla patria donato anche da semplici massaie, manifestazioni oceaniche a piazza Plebiscito inneggianti alla vittoria.
La retorica della conquista di "un posto al sole" ha fatto breccia nell´immaginario di tutti gli strati sociali, e del resto le speranze di un futuro migliore sono rafforzate anche dalle numerose "opere" urbanistiche realizzate a Napoli dal regime.
Le ragioni del consenso non sono però storicamente in grado di scalfire le ben più gravi ragioni della vergogna. La fine degli anni Trenta è contrassegnata dalla visita di Hitler a Napoli e dal progressivo asservimento alle direttive del nazismo, come, ad esempio, la persecuzione della comunità ebraica della città. Lo sventolio delle svastiche e le sempre più frequenti parate militari annunciano l´approssimarsi della guerra. La città si avvia verso gli anni più tragici della sua storia, e le macerie della guerra vedranno presto dissiparsi il precario consenso precedentemente guadagnato dal regime.
Ma se, in questi anni, non opera in città una estesa ed organica rete dell´antifascismo, tuttavia continuano ad esistere singole ed autorevoli personalità contrarie al regime, piccoli centri di aggregazione antifascista, persino sotterranee attività di opposizione militante quali la stampa e la diffusione clandestina di volantini e giornali.
Tuttavia, al di là di queste significative testimonianze, la città negli anni Trenta attribuisce un consenso convinto al regime. L´apice è raggiunto dall´entusiasmo che accompagna l´impresa della conquista dell´Etiopia nel ´35 e nel ´36. Le foto pubblicate nel volume mostrano soldati in partenza fra ali di folla sinceramente plaudente, ritratti del duce innalzati dai fanti, oro alla patria donato anche da semplici massaie, manifestazioni oceaniche a piazza Plebiscito inneggianti alla vittoria.
La retorica della conquista di "un posto al sole" ha fatto breccia nell´immaginario di tutti gli strati sociali, e del resto le speranze di un futuro migliore sono rafforzate anche dalle numerose "opere" urbanistiche realizzate a Napoli dal regime.
Le ragioni del consenso non sono però storicamente in grado di scalfire le ben più gravi ragioni della vergogna. La fine degli anni Trenta è contrassegnata dalla visita di Hitler a Napoli e dal progressivo asservimento alle direttive del nazismo, come, ad esempio, la persecuzione della comunità ebraica della città. Lo sventolio delle svastiche e le sempre più frequenti parate militari annunciano l´approssimarsi della guerra. La città si avvia verso gli anni più tragici della sua storia, e le macerie della guerra vedranno presto dissiparsi il precario consenso precedentemente guadagnato dal regime.
€ 35,00
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